Il pasticciaccio del diritto all’oblio si arricchisce di una nuova puntata: una consultazione pubblica appena iniziata che si dovrà concludere entro novembre per correggere l’attuale orientamento europeo decisamente poco felice.
E’ partito il 10 settembre il tour di Google nelle capitali europee per cercare di uscire dall’impasse creato da alcune sentenze europee che hanno messo decisamente in difficoltà Google e compagnia rispetto all’indicizzazione di informazioni sul Web.
Infinite richieste di rimozione hanno travolto il gigante di Mountain View facendo riflettere tutta la società civile sull’opportunità di cancellare informazioni che probabilmente spesso e volentieri attengono al diritto di cronaca e alla libertà di espressione convincendo il motore di ricerca statunitense ad aprire anche una vera e propria consultazione online a disposizione di tutti coloro che vogliono esprimere la propria opinione.
Nel panorama internazionale della comunicazione digitale e dei social network spicca non solo l’assenza di operatori tecnologici europei (schiacciati fra tigri asiatiche e consolidate esperienze statunitensi) ma anche un contemporaneo e schizofrenico bisogno – questo sì tutto europeo – di andare oltre un legittimo desiderio di tutela legale per arrivare ad iniziative giuridiche che pregiudicano di fatto l’operatività delle piattaforme di comunicazione digitale nella loro essenza di ricerca e reperibilità dell’informazione.
Se lo scenario avrà sempre più bisogno di professionisti della Net Reputation i medesimi non avranno di che annoiarsi potendosi adoperare fra i due fronti niente affatto insignificanti di oblio e memoria.