La solidarietà per i fatti di Parigi corre su Twitter ma anche il delirio: provare a misurarle entrambi è una missione imposssibile ma comunque alcune suggestioni interessanti su cui riflettere emergono…
#JeSuisCharlie è diventato il motto spontaneo di solidarietà per i vignettisti trucidati a Parigi ma dove è stato utilizzato? Se si utilizzano degli strumenti di analisi pur imperfetti – perché in grado di recepire solamente masse di cinguettii quantitativamente rilevanti – emerge una diffusione geografica dello slogan che magari non ti aspetti.
L’Europa in primo piano, scontato, ma anche Marocco e Tunisia, mentre scendendo a Sud bisogna arrivare a Nairobi prima di trovare delle testimonianze quantitativamente significative con grandi assenti dunque molto Nord e Centr’Africa.
E se ci sono delle sacche goegrafiche di indifferenza significative anche nel Sud America è l’EST in generale a dimostrare la propria assenza da questa gara di solidarietà: tutto il Medio Oriente, certamente ma anche altri grandi assenti come India e Russia che fanno certamente impressione.
E se un raffronto fra !hashtag solidali come appunto #JeSuisCharlie e quello del delirio osannante l’azione dei terroristi #JeSuisKouachi è di 145 a 1 (secondo Topsy) è pur vero che impressionano i rilevamenti di Trendinalia riguardanti il 9 gennaio e attestanti un piazzamento mondiale al 170esimo posto per l’hahtag del terrore a livello mondiale e ben 31esimo in Francia.
A onor del vero va pur detto che dopo un’iniziale comparsa dell’hashtag pro al-quaeda molti utilizzi e recensioni del medesimo appartengono ad utenti che criticavano aspramente tale utilizzo pur citandolo…